Un saluto a Italo Vinti

Italo Vinti

Italo Vinti

Un commosso saluto, dalla sezione ANPI di Perugia, a Italo Vinti, partigiano della 4ª Brigata Garibaldi”

Quando si spegne la vita di una persona come Italo Vinti è sempre difficile trovare le parole più giuste per esprimere un cordoglio, sottolinearne l’assenza, trasmetterne una memoria che non sia scontata e rituale. Italo Vinti è stato fino ad un minuto prima del suo ultimo respiro un combattente per la democrazia, per la libertà, per la giustizia sociale.
Tutte cose che, soprattutto nei nostri tempi, non si trovano più a buon mercato e che devono tornare a far parte del patrimonio politico, culturale ed umano della sinistra italiana, di ogni uomo e di ogni donna della sinistra italiana. Dovrebbero cioè tornare a disegnare l’uniforme ed ispirare l’anima di ogni progetto o di ogni corpo che tanto tanto possa definirsi di sinistra: un pò come la proboscide distingue l’elefante da ogni altro animale vivente e lo fa essere riconosciuto dagli uomini e dagli altri animali come un elefante.
Italo Vinti, per le sue aspirazioni di una vita intera e per le sue qualità, era uno che si è distinto come uomo della sinistra dalla passione politica cristallina e dall’impegno puntuale. Si faceva sempre e subito riconoscere così, con naturalezza, energia, spontaneità. Era un elefante.
Italo Vinti dedicò la sua gioventù alla lotta partigiana ed alla causa della libertà così come dedicò, fino a ieri, fino all’ultimo, ogni momento del resto della sua vita alla promozione di questa causa e alla trasmissione di quell’esperienza fondamentale e salvifica della nostra storia alle giovani generazioni. Italo Vinti dedicò molta della sua vita all’impegno politico e, da comunista, alle lotte del movimento operaio: a Perugia di grande fabbrica, ai suoi tempi, c’era solo la Perugina ed alla promozione dei diritti e della dignità dei suoi lavoratori profuse il suo impegno di militante politico e di sindacalista.
A fronte di queste dedizioni che, soprattutto in quegli anni lì segnavano integralmente le vite delle persone combattive, non tolse mai l’occhio e non distolse mai l’impegno dalla sua famiglia ed anche in questo Italo Vinti si è distinto: un uomo del popolo che si prende cura di una famiglia del popolo, come è storicamente stato nella storia più vera e più profonda del movimento operaio e comunista dell’Umbria.
A Gualdo Tadino lo ricordiamo con noi in una giornata straordinaria, cinque anni fa, in occasione del Sessantesimo Anniversario della Liberazione. Lo invitai, lui responsabile regionale dell’ANPI, a presiedere la manifestazione in cui volemmo degnamente celebrare questo evento anche nella nostra Città. Volle esserci per forza quel giorno e venne da solo, in macchina, nonostante le preoccupazioni dei familiari per gli acciacchi dell’età già avanzata.
Colpì tutti ma soprattutto i molti giovani presenti, la sua semplicità nel raccontare e far capire bene eventi talvolta tragici, senz’altro drammatici, e, di più, la sua capacità a trasmettere con calore la sete di riscatto, di libertà e di eguaglianza che animava quei giovani combattenti per la democrazia. A tutti, d’un tratto, sembrò di rivivere quei momenti sì di morte e di dolore ma certo di speranza e di accoramento per il futuro.
Di quel giorno ricordo quando i suoi anziani occhi, che l’età riusciva a stento a seccare, si sono aperti alle lacrime e la sua mano strinse forte e calda quella di Silvana Travaglia, figlia di uno dei nostri Martiri della Libertà, dopo il racconto degli episodi che condussero alla fucilazione nella piazza di Gualdo. E ricordo, Silvana ricorda con me, il dono commosso di una bandiera rossa che egli fece proprio all’orfana gualdese della barbarie nazifascista.
Sono i momenti come questo che, ben più di mille preferenze elettorali, segnano bene la passione politica e civile di un militante e di un dirigente di partito. Sono i momenti come questo che, fin da bambino, mi hanno indotto a concepire i racconti dei più vecchi come spada e non come monumento, come insegnamento vivo e vitale e non come nostalgia piagnucolosa.
Non l’ho incontrato spesso Italo Vinti ma ogni volta che ne ebbi il piacere ne osservai ammirato la sua umanità, la sua tempra civile, la sua passione politica che le vicende della storia e della vita, e le sconfitte dure, non hanno mai fatto venire meno: ne constatai l’educazione. Salutava con rispetto e con calore chiunque incrociasse con gli occhi, per primo, sempre. Già l’educazione. Se penso ai tanti palloni gonfiati che animano le scene della politica di questa Regione, oggi, non posso che constatare la differenza che anche in questo distingue, da questa politica di oggi, lo spirito di persone come Italo Vinti e la gente come lui. Assessoretti comunali che neanche ti degnano di uno sguardo, portaborse che ti fanno fare ore ed ore di anticamera solo per prendere un appuntamento, consiglieri regionali impettiti che sembrano dei monarchi inavvicinabili, personale di partito che sbuffa al telefono…
E’ una differenza antropologica quella tra uno come Italo Vinti e certe comparse moribonde della politica politicante ed accattona di oggi. E’ la differenza tra l’assuefazione ai talk show e lo sporcarsi le mani nella cruda realtà della storia e della vita, è la differenza tra chi non sa ed è saccente e chi, “ignorante”, ha imparato a conoscere e riconoscere e ha aiutato gli altri a sapere e a riconoscersi, è la differenza tra la messinscena e la vita, è la differenza tra chi, nominato e graziato nel carrierismo della politica, pretende al suo cospetto le genuflessioni e chi, temprato con il fuoco della storia e della vita vera, si propone educato, gioviale, rispettoso con chiunque, con l’ultimo degli ultimi straccioni incontrati di notte per strada, per primo.Italo Vinti non è stato un’indifferente né con la storia, né con la vita, né con le persone. E’ stato uno di quelli che ha odiato gli indifferenti.

Gianluca Graciolini
Componente Comitato Regionale PRC Umbria



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